Il borgo di Gamberale, sorge in “alta montagna”, all’interno del Parco Nazionale della Majella, non siamo lontani dai centri turistici invernali di Roccaraso e Rivisondoli.
Il territorio circostante, affascinante e incontaminato, è florido di faggeti, abetaie, querceti e immerso nel verde non passa di certo inosservato l’omonimo lago.
Nelle vicinanze il suggestivo e solitario Monte Secine, caratterizzato da una natura aspra e selvaggia, che può vantare la presenza di una fauna eccezionale come quella dell’orso marsicano, del lupo, del cervo, del gatto selvatico,del tasso e del cinghiale; tra gli uccelli, il nibbio, il falco, il picchio verde.
La storia di Gamberale, ci racconta delle origini altomedievali, è lo stesso toponimo “Gambarum” che lo suggerisce, citato per la prima volta nel lontano XII secolo. Intorno alla metà del Quattrocento fu feudo di Raimondo de Anichino, mentre i Mascitelli di Atessa furono gli ultimi baroni.
Il centro abitato si sviluppa intorno al castello, che si erge sulla parte più alta del borgo e ha un impianto originario risalente al XIII secolo.
Tra i luoghi d’interesse, anche la Chiesa di San Lorenzo, datata 1709, e la più recente Chiesa di S. Antonio, costruita nel secondo dopoguerra, ubicata nella vicina frazione Piano d’Ischia. Merita una menzione anche la Casa Pollice in piazza S. Lorenzo, un edificio a blocco su tre livelli risalente al XVI, l’unico risparmiato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale; un passato relativamente lontano che ha segnato il piccolo borgo.
Anche per questo motivo, il comune di Gamberale, che oggi conta soltanto 328 abitanti, nel 2005 ha ricevuto la medaglia d’argento al merito civile «Centro strategicamente importante, occupato dalle truppe tedesche impegnate a bloccare l’avanzata alleata sulla linea Gustav, subiva la perdita di numerosi suoi concittadini, vittime delle mine anti-uomo sparse sul territorio, di violenti cannoneggiamenti e fucilazioni. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio e di amor patrio.» – Gamberale (CH), 1943 – 1945.
[Crediti | Immagini: sangroaventinoturismo.it, Giuseppe Ambrosio – foto del lago di Gamberale, Leonardo Merola – foto Monte Secine)]
La costa dei trabocchi è il territorio dove ho vissuto la mia giovinezza. Come non ricordalo? Il profumo dei fiori d’arancio, passeggiando di sera, era quualcosa di indimenticabile.