Delimitato da floridi e verdi colli ricoperti d’ulivo, tra le valli del Silento e dell’Osento, il paese di Pollutri si distingue nella parte più alta, denominata San Salvatore, per i caratteristici passaggi, i sottoportici, le scalinate e i vicoli ciechi, che costituiscono il fulcro del borgo fortificato.
Pollutri ha evidenti origini medievali, il suo sviluppo è legato alla fondazione nel 1015 dell’Abbazia benedettina di San Barbato, mentre a partire dal XV secolo, è dapprima feudo dei Cadora e in seguito dei Di Capua e D’Avalos.
Tra gli edifici d’interesse spicca la Chiesa neoromanica del Santissimo Salvatore. All’interno, la navata sinistra presenta al centro la cappella di San Nicola di Bari, il patrono di Pollutri, con la statua lignea del santo venerata dall’inizio del XV secolo.
Secondo la tradizione il Santo avrebbe salvato la gente del paese, durante una terribile carestia, moltiplicando un pugno di fave e riuscendo a sfamare la popolazione. Da allora, ogni anno, la sera del 5 dicembre, le fave vengono bollite nel piazzale antistante la chiesa all’interno di sette calderoni di rame.
Altra ricorrenza rilevante è “Prosit! Polù Uthar”, evento enogastronomico dedicato ai sapori della tradizione contadina, un tripudio di piatti tipici del territorio, accompagnati e annaffiati con il migliore vino locale.
L’appuntamento è per sabato 24 novembre nel centro storico di Pollutri a partire dalle ore 18.
[Crediti: trignosinelloturismo.it]