Il paese di Roccaspinalveti, è adagiato su una piccola collina, nell’alta valle del fiume Sinello.
Diversi reperti archeologici documentano una frequentazione arcaica del territorio sin dall’antichità, legata a comunità locali o a passaggi di greggi transumanti. Genti di stirpe sabellica potrebbero aver creato un primo centro fortificato, poi inglobato nelle strutture medievali.
L’odierna Roccaspinalveti, risale al XIX secolo, quando il primitivo nucleo abitato, ricordato come Rocca Spina Oliveta nel Settecento e poi Roccavecchia, venne abbandonato a causa di fenomeni erosivi e ricostruito più a valle, in contrada Aia Bruna, su un territorio ricco di acque sorgive.
Del vecchio abitato è possibile riconoscere l’antico palazzo feudale e i resti di alcune case.
Passeggiando lungo le strade e i viottoli si possono ammirare i palazzi nobiliari in pietra e svariati esempi di architettura contadina e pastorale.
Il borgo si presenta come un raro e interessante esempio, in Abruzzo, di pianificazione urbanistica di epoca ottocentesca basata sullo schema cardo-decumano. Tra i luoghi di interesse, la Chiesa di San Michele Arcangelo che conserva una preziosa croce processionale in argento attribuita a Nicola da Guardiagrele.
Quasi a metà strada tra Aia Bruna, sito dell’attuale Roccaspinalveti, e l’antico insediamento, sono visibili i ruderi della Chiesa di San Pietro Apostolo, di cui è possibile scorgere gli stipiti ben sagomati del portale d’ingresso nella facciata principale.
Secondo fonti orali, all’interno della navata, sotto la terra e le macerie del crollo, sarebbe ancora presente il pavimento originario.
[Crediti: trignosinelloturismo.it]