Il paese si affaccia su una dorsale collinare tra due torrenti, alla sinistra del fiume Trigno, in una zona eccezionalmente panoramica che abbraccia la Maiella, il Matese e le colline che scendono verso l’Adriatico.
Alcuni ritrovamenti archeologici, testimoniano un insediamento nell’area sin dall’epoca romana.
La più antica menzione di Celenza sul Trigno risale al 1309. A partire dal 1451 è annoverata nella baronia di Monteferrante, posseduta da Marino Caracciolo di San Buono, ed è successivamente controllata dai d’Avalos, dai Pignatelli e nuovamente dai Caracciolo fino all’abolizione dei feudi.
Conserva tracce del suo passato nella tomba seicentesca dei principi d’Avalos-Pignatelli, all’interno della Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Il borgo si caratterizza per i vicoli stretti e tortuosi con i resti delle mura e svariate tipologie di case-mura ornate da portali, mensole e stipiti risalenti al XVII e XVIII secolo.
All’interno del paese si possono ammirare anche diversi esempi di architettura contadina, con semplici case in pietra a due camere realizzate su due livelli.
Da qui è possibile ammirare il bellissimo panorama della vallata del Trigno con il Santuario di Santa Maria di Canneto, costantemente osservato dal Monte Caccavone.
In posizione isolata sul letto del fiume Trigno, proprio lungo l’antico percorso del tratturo Ateleta-Biferno, s’incontra la Torre della Fara, un interessante esempio di torre di avvistamento e di presidio risalente al XII secolo.
A ridosso di questo percorso tratturale sorge il Santuario di San Donato. La chiesa dedicata al vescovo aretino conserva una singolare bilancia per la “pesatura” e ospita una sala ex voto.
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[Crediti: trignosinelloturismo.it]