Un sms che ti avverte: “Gentile turista, le Grotte del Cavallone sono visitabili. Desideriamo informarla…” e una serie di dettagli sui menu che è possibile degustare dopo la visita delle grotte.
Un ‘servizio’ che rimedia a un (dis)servizio – la chiusura temporanea, per motivi tecnici, della funivia che porta alle grotte – ma che comunque offre una best practice di turismo e welcoming in una delle mete preferite dai vacanzieri della montagna.
Ieri un avviso sul sito internet delle Grotte del cavallone avvisava della sospensione temporanea del servizio, prontamente ripristinato (e segnalato) in serata. E a chi aveva chiesto informazioni telefoniche, è subito arrivato l’sms informativo.
D’altra parte le Grotte del Cavallone rappresentano uno dei siti di maggior interesse naturalistico, geologico e speleologico d’Abruzzo, meta – soprattutto ad agosto – di migliaia di turisti.
Le grotte si trovano nella Valle di Taranta, nel cuore del Parco Nazionale della Majella, tra i Comuni di Taranta Peligna e Lama dei Peligni, in provincia di Chieti.
Sono ricche di stalattiti e stalagmiti e offrono un percorso naturalistico di grande suggestione: si attraversano la “foresta incantata”, la “sala degli elefanti” e il “pantheon” con la sua “sala delle statue”. Si possono ammirare le tracce lasciate dai terremoti che, negli anni, hanno scrostato le pareti rendendo ‘nuda’ la montagna dal suo interno.
Non solo natura e geologia, ma anche un affascinante richiamo alla cultura e letteratura abruzzese, con l’”omaggio” a Gabriele D’Annunzio.
Le Grotte del cavallone sono, infatti, anche conosciute come Grotte della Figlia di Jorio e sono diversi i punti salienti del sito denominati con termini dannunziani: la Sala di Aligi, l’Eremo di Cosma o L’angelo muto.
Quella alle Grotte del Cavallone, dunque, è un’esperienza multiforme e multisensoriale, dove arte, natura, cultura e letteratura si incontrano e dove, nel silenzio della montagna, riecheggiano i suoni e i colori della Terra dei Trabocchi.