Il tratto di mare che da Ortona scende verso Fossacesia non è fatto di soli trabocchi, incredibili “macchine da pesca” che signoreggiano spavalde sulla costa, ma anche di agrumi.
La scoperta la faccio percorrendo la Nazionale Adriatica per raggiungere Vallevò, una piccola contrada di Rocca San Giovanni.
Lungo la strada, in un’ assolata giornata di fine inverno, l’azzurro del mare sembra quasi mescolarsi con le vivaci sfumature degli aranceti, distese di agrumi che timidamente contemplano e sono parte di un panorama che emoziona.
E’ in questo scenario che incontro Rinaldo Verì, noto traboccante della zona e presidente dell’Associazione “Agrumi Costa dei Trabocchi”. Rinaldo mi spiega che da queste parti le arance sono arrivate nella seconda metà del ‘600, probabilmente sono le discendenti di quelle cinesi importate in Europa dai portoghesi nello stesso periodo; infatti, nel dialetto locale sono chiamate ancora “portuhalle”. Fino a questo punto il racconto non fa una piega, ma dal Portogallo come ci sono finite le arance in Abruzzo?
Secondo alcuni studiosi la loro comparsa coincide con quella dei trabocchi. Si pensa, infatti, che siano stati gli stessi costruttori delle suggestive “palafitte” incastrate nel mare a importare e coltivare l’arancio nel territorio. La storia ci dice si tratti dei profughi sefarditi (ebrei di origine iberica) che colonizzarono questi luoghi rimasti abbandonati subito dopo il terribile terremoto del 1627.
Oltre alla classica arancia dolce, è presente anche quella amara, denominata “cetrangolo” che si distingue per i rami ricoperti da grosse spine, per il picciolo alato e per l’intenso profumo che sprigiona dalle foglie, dai fiori e dai carnosi frutti ricchi di semi. Gli altri agrumi che si sono “insediati”, a partire dal secolo scorso, sono il limone, il mandarino e il pompelmo.
Rinaldo mi dice che in passato il commercio delle arance aveva un certo peso nell’economia locale. Gli agrumi erano soprattutto esportati e finivano persino sulle tavole internazionali oltre che su quelle italiane. Sul territorio il commercio era focalizzato verso i principali mercati della zona, come quello di Lanciano. Poi con la costruzione della strada Nazionale Adriatica, nel secondo dopoguerra, ogni famiglia ha cominciato ad allestire la sua piccola e variopinta bancarella e a vendere agrumi, prodotti derivati come le confetture, ma anche i frutti della piccola pesca locale fatta sui trabocchi. Così spazio anche a pesce e molluschi, fino ad arrivare ai souvenir, come il vasellame di creta decorato di conchiglie.
Secondo Rinaldo, il ruolo della strada non è stato soltanto quello di far sviluppare il commercio locale, ma anche un utile e proficuo interscambio “culturale” che ha permesso agli abitanti del posto di imparare l’italiano. Prima di allora si esprimevano soltanto in dialetto.
Oggigiorno, rispetto al passato, la produzione delle arance è scesa sensibilmente e anche quel caratteristico mercatino locale che si snodava lungo la Nazionale è andato scomparendo, ormai solo qualche famiglia continua l’attività. Così una decina di anni fa Rinaldo, insieme ad altri membri dell’Associazione “Agrumi Costa dei Trabocchi” (nata per valorizzare gli agrumeti diffusi nel tratto di costa tra Ortona e Fossacesia), ha dato vita a “La vianova delle arance”, caratteristico mercatino di agrumi locali sulla scia di quella lontana economia tradizionale. “Vianova” è un termine dialettale, e in italiano sta per “strada”, infatti, l’evento si tiene proprio lungo la Statale Adriatica, all’altezza di Vallevò a Rocca San Giovanni.
Quest’anno l’appuntamento è per domenica 11 marzo e oltre alla vendita di agrumi e prodotti derivati come le confetture, ci saranno anche degustazioni e approfondimenti tematici. Non resta che partecipare per ripercorrere la storia, la cultura e i sapori di quella che un tempo era la “Vianova delle arance”.
La Vianova delle Arance
Vallevò, Rocca San Giovanni
Domenica 11 marzo a partire dalle ore 9.00
In caso di maltempo la manifestazione sarà rinviata a domenica 18 marzo
[Crediti | Immagini: Carmelita Cianci]
Che posti stupendi! E pensare che fino a qualche anno fa ci vivevo!!! Sigh! Sob!
…e’ mio padre che e’ nato li’ e ci vivono zii e cuginji. Io invece vivo a Pescara, ma ho la casa nella contrada Vallevo’ ed ho anche lun piccolo aranceto. Ma intorno alla mia casa altri posseggono queste piante che nel periodo della fioritura emanano un profumo inconfondibile.
La “vianova” e’ la strada statale . Quando eravamo piccole lia nonna ci mandava a fare delle piccole commissioni nella bottega del luogo e ci raccomandava in un italiano un po’ forzato: – Attente alla vianove. Che ricordi teneri.