Pasqua in Abruzzo, itinerario dalla Maiella ai Trabocchi

ITINERARI (Tour Post)

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Trabocco del Turchino

Torna l’appuntamento con tour post, la rubrica per conoscere in 48 ore l’Abruzzo dalla Maiella ai trabocchi, che per l’edizione di Pasqua raddoppia con un itinerario di 96 ore. Quattro giornate per scoprire l’essenza autentica di questo lembo di terra incastrato tra mare e montagna. Si parte dalla città di Lanciano, poi l’Adriatico frastagliato e selvaggio, punteggiato dalle fascinose sagome dei trabocchi e in un batter d’occhio eccoci alle pendici della Maiella a contemplare lo spettacolo di una natura incontaminata. 

Processione Incappucciati

Giovedì
La processione degli incappucciati
Ore 22.00. E’ uno dei riti più suggestivi della Settimana Santa a Lanciano. Si tratta della processione che si tiene ogni anno nella sera del Giovedì Santo: dalla Chiesa di Santa Chiara, i confratelli (Arciconfraternita “Morte e Orazione” di San Filippo Neri) percorrono silenziosamente le vie del centro rivivendo i momenti salienti della penitenza nella notte del tradimento di Cristo. Indossano le tuniche della confraternita, e hanno il capo coperto da un semplice cappuccio nero, per questo motivo la processione è chiamata “degli Incappucciati”. Nel gruppo c’è anche l’ignoto Cireneo che in segno di penitenza percorre l’intero tragitto scalzo, portando sulle spalle una pesante croce di legno. La celebrazione è accompagnata dal rumore stridulo della “raganella”, un antico strumento di legno, usato per far scorrere il corteo, e dalle note struggenti del “Miserere”.

Ponte Diocleziano - Lanciano

Venerdì
A spasso nella città dei miracoli            
Godetevi una giornata a Lanciano, in quella che è conosciuta in tutto il mondo come la città dei miracoli, intrisa in ogni suo scorcio di arte, storia e cultura.

Ore 9.30. Cominciate la mattinata lasciandovi coccolare il palato dalla dolcezza del bocconotto di Castel Frentano: pasta frolla farcita da un morbido ripieno di cioccolato, mandorle tostate e cannella. L’indirizzo per andare a colpo sicuro è quello della Bocconotteria, mentre nella vicina Castel Frentano imperdibili i bocconotti de La Bottega del Bocconotto, Liliana e Lobosco Rosa.
Assunto il giusto apporto calorico, a piedi nei quattro antichi quartieri, vi aspettano i punti di maggiore interesse storico e paesaggistico, tra atmosfere medievali di memorie mercantili e architetture religiose.
La storia più antica si può ammirare nel passaggio sotterraneo del Ponte Diocleziano, che cela anche il mistero del Miracolo Eucaristico, il più antico di cui si abbia notizia (avvenuto intorno all’VIII secolo d.C.): le reliquie sono custodite all’interno della Basilica di San Francesco.  E poi ancora Piazza Plebiscito e il maestoso Duomo, i resti della cinta muraria della città medievale, le Torri Montanare che guardano la valle che si apre verso la Maiella e la Cattedrale di Santa Maria Maggiore con lo splendido portale trecentesco.
Ore 13.00. A pranzo fate tappa da Susi Filippo, forno storico che da quattro generazioni propone un ampio assortimento di prodotti da forno, tra cui i tipici fiadoni di Pasqua e la famosa pizza al taglio lancianese, farcita con peperoni e acciughe.
Ore 15.00. Nel pomeriggio un giro al Polo Museale Santo Spirito,  tra gli edifici più antichi della città (risale al 1293), un tempo monastero e che oggi ospita il Museo Archeologico, oppure al Museo Diocesano, uno dei musei di arte sacra più importanti di tutta la regione.
Ore 17.30. Poco fuori Lanciano, tra le sinuose colline frentane, in Contrada Nasuti, vi aspetta la cantina Eredi Legonziano, frutto della metamorfosi della storica Cantina Sociale Madonna del Carmine. Si tratta di una delle poche realtà che in Abruzzo spumantizza direttamente in loco e propone un’esemplare selezione di bollicine da cultivar autoctone, realizzate con metodo classico o charmat. Da provare il “36”, spumante Abruzzo Doc 100 %, metodo classico. Per la visita è consigliata la prenotazione.
Ore 21.00. A cena da Caniloro, per avere un assaggio della cucina rurale frentana. Siamo in Contrada Sant’Onofrio, in un antico casolare di inizio ‘900, che ha conservato intatto nel tempo il suo vissuto contadino. Pina e Berardino propongono solo piatti di stagione assemblati con materie prime e ingredienti prodotti in azienda. Tra i must, oltre ai formaggi e ai salumi del territorio, tra cui spicca il salsicciotto frentano,  preparazioni come pizza scima, pizz e foje, le pallotte cace e ove, il cif e ciaf, le sagne a pezze e il coniglio sotto il coppo. Necessaria la prenotazione.

Celli pieni

Sabato
I luoghi di D’Annunzio  

Ore 10.00. Si va verso l’Adriatico selvaggio, quello tanto caro a D’Annunzio, ma prima è indispensabile un pit stop a San Vito Chietino, per una visita al borgo e per assaggiare i rinomati celli pieni: dolci tarallucci di sfoglia croccante farciti di confettura d’uva. Li trovate da Lidia o L’Arte del Pane.
Scendete verso il mare, e visitate i luoghi che ispirarono Gabriele D’Annunzio: il promontorio Dannunziano, belvedere dal panorama esclusivo, e alle spalle l’eremo, la dimora nella quale D’Annunzio trascorse un periodo della sua vita insieme a Barbara Leoni. E poi il Trabocco del Turchino (recentemente ricostruito), “….la macchina pescatoria composta da tronchi scortecciati” che il Vate celebra in una delle sue opere più note, “Il Trionfo della morte”.
Ore 13.00. Non avrete che l’imbarazzo della scelta per un pranzo all’insegna della tradizionale cucina marinara, un tripudio di preparazioni dal sapore antico, come il brodetto alla sanvitese, oppure potrete optare per una cucina che strizza l’occhio alla rivisitazione creativa dell’enogastronomia locale. Tanti i ristoranti dove poter pranzare a San Vito: l’Angolino da Filippo, SottoSale Osteria di Mare, Trattoria Adriatica, la Scialuppa, Essenza Cucina di Mare, La Bottega Culinaria Biologica.

Punta TufanoSul ragno colossale
Ore 15,00. Viaggiando verso sud, raggiungerete in una manciata di km la vicina contrada Vallevò (Rocca San Giovanni). Ad attendervi Rinaldo Verì, traboccante che vi accoglierà sul suo trabocco, quello di Punta Tufano. Sospesi su questa passerella di assi, “una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale”, lasciatevi cullare dalle storie di Rinaldo e da quella leggera e piacevole brezza marina che vi accarezza appena.
Finita la chiacchierata, potrete fermarvi a comprare, presso il vicino punto vendita, le marmellate di agrumi, perché questo lembo di terra proteso sul mare è anche territorio fertile per arance, limoni e il cetrangolo: arancio amaro di antica coltivazione locale. Per visitare il Trabocco Punta Tufano è necessaria la prenotazione (tel. 3334436831).

San Giovanni in VenereUn panorama mozzafiato sul Golfo di Venere
Ore 17.00. Si riparte e poco più a sud, si raggiunge l’Abbazia di San Giovanni in Venere, che erta su un colle domina il “Golfo di Venere”, un tratto di costa “punterellato” di trabocchi e contraddistinto da baie e piccole insenature che si susseguono, dove il blu del mare è scandito dai colori della ginestra e dai verdi e rigogliosi ulivi secolari. Il primo nucleo dell’Abbazia fu realizzato dai monaci benedettini tra il VI e VII secolo sui resti di un antico tempio pagano dedicato a Venere, mentre la costruzione attuale si deve all’abate Oderisio II (1155-1204), sepolto nel sarcofago murato sulla facciata principale.
Lasciando la costa, e tornando verso Lanciano, potrete fare incetta di vino (Cantina Frentana a Rocca San Giovanni), olio (Dalla Fazia a Rocca Sa Giovanni, Stante & Luciani e Ursini a Fossacesia, Frantoio Giocondo a San Vito Chietino) e formaggi, in particolare la caciotta frentana (Fonte dei Sapori a Fossacesia).
Ore 21.00. Per cena fermatevi alle porte di Castel Frentano (la città del boconotto), all’ Osteria da Peppone, luogo cult per il baccalà, il pesce più diffuso nell’entroterra, venerato dai lancianesi e declinato ai fornelli in diverse preparazioni. In questa osteria, è possibile apprezzare il baccalà nella versione in umido o al vapore con verdure di stagione, o nel glorioso ed esuberante antipasto della casa. Per il dopocena, rientrate a Lanciano e fermatevi a bere qualcosa alla Caffetteria Fenaroli, che è solita proporre serate con musica dal vivo.

Cascate del Rio Verde

Domenica di Pasqua      
“Torniamo a Bomba”
Ore 9.00. Raggiungete Bomba, piccolo paese che si affaccia sulla vallata del Sangro, per una passeggiata nel borgo antico e una visita al Museo etnografico, nel quale sono riproposti gli ambienti della casa contadina e una sala dedicata ai mestieri più diffusi nella società agro-pastorale di un tempo.
L’abete bianco di Rosello          
Ore 11.00. Lasciando Bomba, e percorrendo in direzione sud la strada provinciale, che per un tratto fiancheggia l’omonimo lago, in appena trenta minuti di macchina sarete nella Riserva Naturale “Abetina di Rosello”, in un ambiente incontaminato e contraddistinto dall’abete bianco. Seguite il percorso natura che da Fonte Volpona si inoltra nella riserva: è possibile scorgere, tra imponenti abeti secolari, le colorate fioriture del sottobosco.

Ore 13.30. Per pranzo, rifocillate le papille allo Shangrila Da Vincenzina (Borrello), questa trattoria propone una cucina all’insegna della tradizione abruzzese, fatta di ricerca e meticolosa attenzione alle materie prime, affidate a produttori locali.
Ammirare le cascate naturali più alte d’Italia e “andar per tartufi”
Ore 15.00. Digerite il sostanzioso pranzo di Pasqua con una passeggiata alle vicine Cascate del Rio Verde: attraverso l’omonimo percorso che incontrerete all’interno della riserva, si raggiunge una veduta panoramica: sarete al cospetto delle cascate naturali più alte d’Italia, formate da un triplice salto di 200 metri.
Ore 17.00. A pochi km dalle cascate, fate un salto nel piccolo borgo di Quadri, che lega da sempre il suo nome al pregiato tartufo bianco, che contraddistingue buona parte del territorio circostante (potrete farne incetta nella vicina Borrello, presso Rio Verde Tartufi).
Poco distante dal paese, sull’altopiano della Madonna dello Spineto, merita una visita l’interessante sito archeologico di Trebula.
Ore 21.00. Fermatevi a cena da Aia Verde (Pizzoferrato), agriturismo che sfoggia salumi di produzione propria magistrali, gnocchi realizzati con le rinomate patate locali di Pizzoferrato e conditi con castrato o cinghiale, agnello arrosto, sfritta di maiale e frittatelli (dolce tipico del posto).

Iuvanum

Lunedì di Pasquetta      
In uno dei siti archeologici più importanti d’Abruzzo
Ore 9.00. Un viaggio nel tempo, scoprite l’area archeologica di Iuvanum (Montenerodomo), a 987 metri di altitudine, in località Madonna del Palazzo.  Gran parte dei resti archeologici è di età romana: strade lastricate, la grande piazza centrale (il foro), e le terme. Dell’insediamento originario, dei Sanniti-Carricini, rimane il santuario del IV secolo A.C., con due templi affiancati, e il piccolo teatro con scena e gradini in pietra. A ridosso del sito, un moderno edificio ospita il Museo Archeologico e il Museo della Storia e Trasformazione del Paesaggio.
Sulle tracce di Celestino e dell’Orso Marsicano
Ore 10.30. Spingetevi verso il versante orientale della Maiella per fare un po’ di trekking. Alle pendici del Monte Porrara, a quasi 1300 metri d’altezza, spicca l’eremo della Madonna dell’Altare, testimone per secoli della vita ascetica di Papa Celestino V. Il complesso, composto dalla chiesa, un nucleo abitativo e un giardino, sorge su una rupe che lo rende quasi inaccessibile e domina rigogliose distese boschive. A circa un km, un’area attrezzata per concedervi il tradizionale picnic di Pasquetta.

Museo dell'orso marsicano15.00. Nel pomeriggio, in località Colle Veduta, andate a trovare Caterina, Iris e Margherita, esemplari di orso bruno (Ursus arctos) che vivono nell’Area Faunistica di Palena, in una superficie di 10.770 mq: un’ampia area verde fatta di boschi di abete, cespugli, alberi da frutto e aree di pascolo.
16.00. Il territorio di Palena, così come buona parte del Parco Nazionale della Majella è costantemente frequentato dall’Orso bruno marsicano, sottospecie autoctona appenninica dell’Orso Bruno. Per conoscerlo meglio, tappa d’obbligo è quella al Museo dell’Orso Marsicano, ospitato all’interno del vecchio convento si Sant’Antonio.
Lama dei Peligni, tra sfogliatella e camoscio
17.30. E’ l’ora della merenda, fate un salto nel vicino borgo di Lama dei Peligni, da I Segreti di Donna Anna dove potrete gustare l’autentica sfogliatella lamese, una soffice e friabile sfoglia farcita con la confettura d’uva, quella di amarena, il mosto cotto e le noci. Concludete il pomeriggio con una capatina al Centro Visita “Maurizio Locati”, importante nucleo didattico e scientifico dedicato al camoscio appenninico, uno dei protagonisti di quest’angolo di Parco Nazionale.
lu penneseUna porchetta a Casoli
20.30. Sulla via del rientro verso Lanciano, passando lungo la statale 81, nel tratto Guardiagrele – Casoli, tappa imprescindibile è quella a Lu Pennese, bar trattoria d’altri tempi, per gustare il piatto cult del posto: la porchetta. Consigliata la prenotazione.

Per info sui diversi punti d’interesse dell’itinerario e riservare una visita:
– Lanciano, percorso archeologico sotterraneo Tel. 0872717810
– Polo Museale Santo Spirito Tel. 0872700578 – 3399792548
– Museo Diocesano Tel. 3405729446
– Abbazia di San Giovanni in Venere, Fossacesia Tel. 3391472373
– Museo Etnografico di Bomba Tel. 3280358839
– Area Faunistica e Museo dell’Orso Marsicano di Palena – Luigia Di Sciullo Tel. 3398629165
Centro Visita Maurizio Locati di Lama dei Peligni – Pina Angelucci Tel. 3896897959

[Crediti | Immagini: foto di copertina Enrico Angelone; Giancarlo Bomba, Lorenzo H., Alessandro Tortora, Skyscrapercity, Gal Maiella Verde, Carmelita Cianci]

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